Category Archives: diritti_lotte

Borse di studio in memoria di Giulio Regeni

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Borse di studio in memoria – Scholarships in memory of Giulio Regeni

Fundraising for The United World Colleges (International) Ltd

In memory of: Giulio Regeni.

Verità,..memoria.e.speranza.per.Giulio

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You can find the English version at the bottom of this section.

A un anno dalla sua scomparsa Giulio Regeni chiede ancora verità. Insieme all’amore per la verità la storia di Giulio trasmette curiosità, intelligenza, dialogo e passione per il mondo arabo e in particolare per l’Egitto. Per tenere viva la sua memoria le istituzioni e gli amici di Giulio presentano una sottoscrizione pubblica per la raccolta di borse di studio.

Tali borse saranno destinate a studenti egiziani selezionati esclusivamente in base al merito dalla Commissione Nazionale dei Collegi del Mondo Unito (UWC) in Egitto. Questi ragazzi andranno a studiare al Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico O.N.L.U.S. a Duino (Trieste).
Giulio si era diplomato presso il UWC U.S.A. ed era nato e cresciuto a pochi chilometri dal Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, dove la sua avventura UWC era iniziata nel 2005. Le borse saranno quindi legate ad un luogo dove la memoria di Giulio concretamente perdurerà nel tempo.

La borsa di studio per il 2017 è finanziata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Aiutaci a raccogliere la borsa di studio per il 2018!

Grazie

Il conto è stato aperto su Banca Prossima:
INTEST: COLLEGIO DEL MONDO UNITO DELL’ADRIATICO – O.N.L.U.S. BORSE DI STUDIO “GIULIO REGENI”
COORDINATA IBAN:
IT51 O 03359 01600 100000148472
FILIALE: 05000
NUMERO CONTO: 1000 148472

BIC BCITITMX

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Truth and hope in memory of Giulio

A year after Giulio Regeni disappeared we are still demanding the truth about the circumstances of his death. Giulio’s story is about the search for truth but also about a young man and UWC alumnus who was curious and intelligent, who believed in dialogue among cultures and who had a passion for..the..Arab..world..and..in..particular..for..Egypt.

We want to keep his memory alive and we think that raising scholarships on his memory is a good way to do so. This initiative has been launched by Giulio’s UWC friends and has the support of Giulio’s family. Upon his family’s request the scholarships raised will be awarded to Egyptian students to study at UWC Adriatic in Duino (Italy). Scholarship recipients will be deserving young people, selected on merit alone by UWC Egypt (the UWC National Committe in Egypt) and who would not have the possibility to continue their studies without a scholarship.
Giulio was born and raised not far from UWC Adriatic, where he was selected to attend UWC USA in 2005. Giulio’s scholars will be welcomed in a place where Giulio’s memory will concretely endure over time. The project has already gained the support of the Friuli Venezia Giulia Region, which is granting a 2017 scholarship.

Please help us raise the second scholarship for the 2018!

Thank you

You can either donate online, or directly through our bank account Banca Prossima:
Account holder: COLLEGIO DEL MONDO UNITO DELL’ADRIATICO – O.N.L.U.S. BORSE DI STUDIO “GIULIO REGENI”
IBAN: IT51 O 03359 01600 100000148472
Branch Office: 05000
Account number:1000 148472

BIC BCITITMX

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Fonte: UWC AD

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Approfondimento

Il Collegio del Mondo Unito, dove ha studiato anche Giulio, è una rete di scuole che pone la pace e la sostenibilità (ambientale, economica e sociale) tra i pilastri dell’educazione.

UWC Italia

Verità per Giulio

Amnesty – Appello per Giulio

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La lotta continua, i Sioux-Dakota sfidano Trump!

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Photograph: ddp USA/Rex/Shutterstock

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Trump sblocca l’oleodotto

La lotta dei Sioux continua, a testa alta

di Piero Bosio

 

“Vi esortiamo a sostenerci, con ogni mezzo, contro la decisione di Donald Trump. Stiamo uniti e non cadremo. Continueremo la nostra lotta, a testa alta, per difendere l’acqua pulita, per contrastare i rischi ambientali e proteggere i territori sacri”. E’ questa la prima risposta dei Sioux-Dakota alla sfida, alla dichiarazione di “guerra” di Trump ai nativi.

Il presidente degli Stati Uniti ha firmato l’ordine esecutivo che sblocca i progetti di due grandi oleodotti. Uno è appunto il Dakota Access (Dapl), quello che se attuato violerà la riserva di Standing Rock passando per terre sacre dei Sioux, col rischio di contaminarne le acque potabili e il fiume Mississippi.

L’altro è il Keystone XL, il contestato megaoledotto del consorzio Transcanada, progettato per trasportare 800mila barili di petrolio al giorno dal Canada alle raffinerie di Texas e Louisiana, attraversando l’America.

Il Dakota Access è un oleodotto da 3,8 miliardi di dollari della Energy Transfer Partners (di cui Trump è azionista) che era stato bloccato da Obama a fine 2016, dopo mesi di proteste e dure lotte dei nativi e di decine di tribù, con migliaia di ambientalisti al loro fianco, ex militari compresi, che facevano da scudi umani. Polizia e guardie private avevano attaccato i nativi con proiettili di gomma, idranti, cani, spray urticanti. C’erano stati più di 200 arresti.

La decisione di Trump era attesa ed era stata anticipata dal suo portavoce a dicembre 2016, dopo una prima vittoria dei nativi che avevano bloccato il progetto dell’oleodotto.

Ora i Sioux sono pronti a un nuova battaglia. Così hanno risposto al presidente degli Stati Uniti:

“Trump ha annunciato un ordine esecutivo sulla Dapl; non solo viola la legge, ma viola i trattati tribali. Nulla ci dissuaderà dalla nostra lotta per l’acqua pulita. Prenderemo le opportune azioni legali, e continueremo a batterci senza sosta. Vi esortiamo a lottare e supportarci con tutti i mezzi nella nostra lotta contro il gasdotto che pone rischi ambientali gravi. Vi chiediamo inoltre di contattare i vostri rappresentanti al Congresso e far loro sapere che le persone non accettano la decisione. Stiamo uniti e non cadremo”.

Si prospetta dunque un braccio di ferro lungo e molto duro. A Trump le questioni ambientali non interessano, visto che ha sostenuto di non credere al surriscaldamento globale e ha affermato che oggi “l’ambientalismo è fuori controllo”. Emblematica poi la nomina di Rex Tillerson, ex amministratore delegato del colosso Exxon Mobile, a Segretario di Stato. E come se non bastasse un soddisfatto Trump ha detto “costruiremo questi nuovi oleodotti con acciaio americano”, mentre siglava l’ordine esecutivo di attuazione dei progetti dei due oleodotti davanti ai fotografi.

Ovviamente soddisfatte le compagni petrolifere. Jack Gerard, presidente dell’American Petroleum Institute: “Siamo contenti di constatare che il nuovo corso dell’amministrazione Trump riconosce l’importanza delle infrastrutture energetiche e torna a imporre la legge permettendo di terminare i lavori già iniziati”. La guerra è già cominciata.

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Fonte: Radio Popolare

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Unione Europea: come impedire ai migranti di raggiungere l’Europa

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L’UE: “Rinviamo i migranti in Libia”

di Carlo Lania

Una doppia “linea di protezione” per impedire ai migranti di raggiungere l’Europa. La prima, in acque territoriali libiche, sarà messa in atto dalla guardia costiera di Tripoli e avrà il compito di fermare alla partenza i barconi carichi di disperati, mentre in acque internazionali opereranno le navi della missione europea. La seconda sarà invece a terra, lungo la linea di confine che separa la Libia dal Niger e servirà a fermare quanti fuggono da guerre e miseria prima che riescano ad entrare nel paese nordafricano. Obiettivo che Bruxelles conta di raggiungere anche grazie a una maggiore collaborazione..con..Mali,..Ciad..ed..Egitto.
L’Europa ha fretta e Malta, a cui spetta la presidenza di turno, accelera al massimo per trovare una soluzione che metta la parola fine alla crisi dei migranti. Anche perché, sottolineano a Bruxelles – ma anche a Roma e La Valletta – la primavera si avvicina e con essa un prevedibile e forte aumento degli sbarchi.
Brexit a parte, immigrazione e sicurezza sono due punti sui quali il premier laburista di Malta Jospeh Muscat ha detto fin da subito di voler puntare. “Ci sarà una nuova crisi di migranti nei prossimi mesi e i numeri potrebbero essere peggiori del 2016”, ha spiegato pochi giorni fa al termine di un vertice con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Oggi proprio Juncker, insieme al commissario Ue all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos e all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini, annuncerà a Bruxelles un nuovo pacchetto di misure mirate ad arginare i flussi di migranti attraverso il Mediterraneo e che verranno discusse al prossimo vertice di Malta del 3 febbraio. Già da qualche giorno, però, circola un documento informale messo a punto dalla presidenza maltese in cui si chiede agli stati membri di cominciare a ragionare sulla “creazione di una linea di protezione” volta a fermare i migranti “molto più vicina ai porti di origine, nelle acque territoriali libiche”. Questa linea, prosegue il documento, si farebbe “con le forze libiche come operatori di prima linea ma con un sostegno europeo forte e duraturo”.
A questa conclusione Malta sarebbe giunta vista l’impossibilità di poter contare sulla collaborazione attiva del governo del premier al Serraj, considerato troppo instabile. Compito degli europei, prosegue il documento, sarebbe quello di garantire che i migranti intercettati dai libici siano “sbarcati” in Libia “in condizioni adeguate”, cosa che dovrebbe essere garantita dalla presenza di organizzazioni..come..l’Oim..e..l’Unhcr.
Cardine di tutta l’operazione sarebbe la futura Guardia costiera libica il cui addestramento, compiuto dalla missione europea Sophia, è ormai quasi giunto al termine. Sembra chiaro che, seppure camuffati da operazioni di salvataggio, quelli che Bruxelles si preparerebbe a mettere in pratica sono di fatto respingimenti in mare. Respingimenti già condannati in passato dalla Corte di Strasburgo, ma che questa volta non potranno essere definiti così perché compiuti dalle autorità libiche.

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Fonte: Il Manifesto

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Da: Ristretti Orizzonti

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