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Europe for Peace: “Mobilitazione per soluzione politica e nonviolenta della guerra in Ucraina”

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Le proposte di ‘Europe for peace’ per continuare l’azione collettiva per la Pace

La mobilitazione per il cessate il fuoco, per il negoziato, per la soluzione politica e nonviolenta della guerra in Ucraina continua, insieme alla richiesta per un disarmo nucleare globale.

Cosa puoi fare per sostenere i nostri sforzi?

Chiedere al tuo Comune, Provincia, Regione di approvare la Mozione “A sostegno del cessate il fuoco in Ucraina, di iniziative per il negoziato e una conferenza internazionale di pace e per percorsi di disarmo nucleare globale” promossa da Europe for Peace

Sostenere, partecipandovi e rilanciandole, le iniziative previste per i prossimi mesi:

25 Aprile

Festa della Liberazione, l’ANPI invita ad essere presenti nelle manifestazioni che si terranno in molte città italiane ed in particolare per la manifestazione nazionale di Milano.

A questo link l’appello di convocazione a cui è possibile aderire inviando all’ANPI la propria adesione: segreterianazionale@anpi.it

9 maggio

La Giornata dell’Europa, che si svolge ogni anno il 9 maggio, celebra la pace e l’unità in Europa. Cogliamo l’occasione per uscire con un appello per la pace in Ucraina e per un ruolo attivo dell’Europa per costruire sicurezza condivisa, convivenza, rilanciando lo spirito di Helsinki 1975 e con la Proposta di Ordine del giorno per Consigli Comunali e Regionali per un’Europa di pace e libera dalle armi nucleari, richiedendo che l’Italia ratifichi il trattato di proibizione delle armi nucleari e si impegni per la sicurezza condivisa e la soluzione politica e negoziata del conflitto in Ucraina.

20-21 maggio

In occasione della Marcia per la Pace PerugiAssisi (21/5) proponiamo di realizzare a Perugia il sabato 20/5 l’Assemblea di Europe for Peace invitando i diversi partner europei e tutte le realtà italiana che hanno aderito alla piattaforma della Grande Manifestazione Nazionale del 5 Novembre 2022. L’Assemblea sarà un momento di intenso dibattito per ribadire le ragioni della soluzione politica del conflitto armato in Ucraina e l’urgenza di un negoziato che veda l’Italia e l’Europa al centro dell’iniziativa politica.

La Marcia PerugiAssisi avrà come protagonisti i giovani e tra i temi centrali vi sarà la richiesta del negoziato.

10-11 giugno

Conferenza Internazionale per la Pace in Ucraina. La conferenza si realizzerà a Vienna, presso la sede del sindacato austriaco OGB. Promossa dall’International Peace Bureau (IPB) in collaborazione con varie reti tra cui Europe for Peace. La Conferenza sarà strutturata su una decina di gruppi di lavoro tematici con la partecipazione di attivisti ed esperti europei ed internazionali

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Fonte: Europe for Peace

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Germania: lascia che Roger Waters dei Pink Floyd si esibisca a Francoforte. Firma la Petizione!

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Katie Halper ha lanciato questa petizione:

Noi artisti, musicisti, scrittori e altri personaggi pubblici e organizzazioni siamo profondamente turbati dai recenti sforzi dei funzionari tedeschi per screditare e mettere a tacere il musicista Roger Waters. Il 24 febbraio 2023, il consiglio comunale di Francoforte e il governo dello stato dell’Assia hanno annunciato la cancellazione di un concerto di Waters programmato per il 28 maggio alla Festhalle. Il consiglio comunale di Francoforte afferma che la cancellazione del concerto di Waters “ha dato un chiaro segnale contro l’antisemitismo”, descrivendo il musicista come “uno degli antisemiti più diffusi al mondo”. Come prova, il Consiglio afferma che Waters “ha ripetutamente chiesto un boicottaggio culturale di Israele e ha fatto paragoni con il regime di apartheid in Sud Africa e ha fatto pressioni sugli artisti affinché cancellassero eventi in Israele”.

Non ci sono altre prove oltre a queste due affermazioni: che Waters ha sostenuto la campagna di boicottaggio culturale di Israele guidata dai palestinesi e che ha paragonato il governo israeliano contemporaneo al regime di apartheid in Sud Africa.

Nessuna di queste affermazioni è unica per Waters o al di fuori dei confini dell’opinione pubblica tradizionale. Organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International, Human Rights Watch, B’Tselem israeliano, agenzie delle Nazioni Unite e funzionari sudafricani hanno definito Israele uno stato di apartheid e, pertanto, molte di queste organizzazioni e individui hanno fatto il confronto tra Israele e l’apartheid in Sud Africa.

Gli estremisti sono il governo israeliano, non i suoi critici. Di recente, i cittadini israeliani si sono riversati nelle strade per protestare contro il trattamento violento dei palestinesi da parte del loro governo e i radicali cambiamenti giudiziari antidemocratici.

Le critiche di Waters al trattamento riservato da Israele ai palestinesi fanno parte della sua difesa a lungo termine a favore dei diritti umani in tutto il mondo. Waters crede “che tutti i nostri fratelli e sorelle, in tutto il mondo, indipendentemente dal colore della loro pelle o dalla profondità delle loro tasche, meritino pari diritti umani ai sensi della legge”. Riguardo a Israele e Palestina, dice: “La mia piattaforma è semplice: è l’attuazione della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 per tutti i nostri fratelli e sorelle tra il fiume Giordano e il mare. L’antisemitismo è odioso e razzista e lo condanno, insieme a tutte le forme di razzismo, senza riserve”.

I funzionari che diffamano Waters si stanno impegnando in una pericolosa campagna che fonde volutamente le critiche alle politiche illegali e ingiuste di Israele con l’antisemitismo. Questa fusione perpetua il tropo antisemita che presenta gli ebrei come un monolite che sostiene ciecamente Israele. Alcuni dei critici più rumorosi di Israele sono ebrei. Ma coloro che armano l’antisemitismo stanno bene contribuendo ad esso.

I funzionari in Germania, gli organizzatori di concerti e le piattaforme musicali non devono soccombere alla pressione di quegli individui e gruppi che preferirebbero vedere rimossa la musica di Waters piuttosto che impegnarsi con i problemi che la sua musica mette in risalto. Chiediamo a coloro che hanno annullato i concerti di Waters di ribaltare le loro decisioni e considerare la propria storia di antisemitismo, razzismo e genocidio e come i casi di questi possono essere fermati oggi in altre parti del mondo, inclusa la Palestina occupata.

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FIRMA LA PETIZIONE

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Fonte: change.org
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Primi firmatari:

Brian Eno, Musician

Peter Gabriel, Musician

Anwar Hadid, Musician

Tom Morello, Musician

Noam Chomsky, Laureate Professor of Linguistics, University of Arizona

Cornel West, Professor, Philosopher, Author, Activist

Susan Sarandon, Actor

Ken Loach, Film Director

Nick Mason, Drummer

Eric Clapton, Musician

Gabor Maté, Physician and Author

Immortal Technique, Artist and Producer

Low Key, Rapper and Activist

Andrew Feinstein, Author and Former ANC Member of Parliament

Julian Schnabel, Artist and film maker

Robert Wyatt, Musician

Dread Scott, Artist

Emily Jacir, Artist

Ariella Aïsha Azoulay, Professor of Modern Culture & Media and Comparative Literature, Brown University

Ilan Pappé, Historian

Julie Christie, actor

Michael Malarkey, Musician

Terry Gilliam, Film Director and Actor

Norman Finkelstein, Writer, Professor

John Pilger, Journalist

Sophie Calle, Artist

Artists for Palestine, UK

Daniel Ellsberg, Pentagon Papers

Beth Miller, Jewish Voice for Peace Political Director

Medea Benjamin, Code Pink

Yanis Varoufakis, Author

Noura Erakat, Human rights attorney and author

Susan Abulhawa, Author Mornings In Jenin

Miko Peled, Author and Activist

David Cross, Comedian, Actor, Writer, Director

Ramin Bahrani, Film director

Alia Shawkat, Actor

Sara Driver, Film director

Caryl Churchill, Playwright

Lady Bunny, Performer

Alexei Sayle, Actor, Author, Comedian

Adam Broomberg, Artist, Educator and Activist

John Smith, Artist Filmmaker, Emeritus Professor of Fine Art, University of East London

Rosalind Nashashibi, Artist

Glenn Greenwald, Journalist

Chris Hedges, Journalist, Pulitzer Prize winner

Katie Halper, Journalist

Vijay Prashad, Journalist

Abby Martin, journalist and Filmmaker

Mike Prysner. Journalist and Filmmaker

Mohamed Hadid, Developer

Robert Scheer, Journalist, Professor USC Annenberg

Krystal Ball, Journalist

Eugene Puryear, Journalist

Rania Khlek, Journalist

Ros Petchesky, Distinguished Professor Emerita of Political Science, Hunter College & the Graduate Center-CUNY, Jewish Voice For Peace

Gerald Horne, Historian, John J. and Rebecca Moores Chair of History and African American Studies at the University of Houston

Steven Donziger, Human Rights Attorney

Adolph Reed, Jr. Professor Emeritus of Political Science, University of Pennsylvania

Greg Grandin, Professor of History, Yale University

Daniel Bessner, Historian

Frank Barat, Film Producer

Tami Gold, Filmmaker, Professor of Film & Media Studies at Hunter College

Omar Al-Qattan, Film producer and Cultural Activist

Josh Olson, Screenwriter

Zeina Durra, Film Director

Vin Arfuso, Producer, Filmmaker

Karen Zelermyer, I Was Never There podcast

Christian Parenti, Professor of political economy John Jay, CUNY

Marcie Smith Parenti Writer and Attorney

Noah Kulwin, Writer

Nora Eisenberg, Novelist, Journalist

Dave Anthony, Writer

Freddie DeBoer, Writer

Robin D.G. Kelly, Writer, Gary B. Nash Professor of American History at UCLA.

Greg Goldberg, Chair, Sociology Department, Wesleyan University

Felix Hoffmann, Arthistorian and Artistic Director Foto Arsenal Wien

Barbara Smith, Writer and Activist

Doug Henwood Journalist/Radio Host

Liza Featherstone, Journalist

Margaret Kimberley, Editor, Black Agenda Report

Nora Barrows-Friedman, journalist

Yasha Levine, Journalist

Mark Ames, Journalist

Adam Horowitz, Journalist Mondoweiss

Phil Weiss, Writer

Michael Mack, Publisher

Max Blumenthal, Journalist, The Grayzone

Stefania Maurizi, Investigative Journalist

Norman Solomon, Journalist

Branko Marcetic, Journalist, Jacobin

Alfreda Benge, Artist

Bill Morrison, Artist and Film Director

Alessandra Sanguinetti, Photographer

Robin Rhode, Artist

Jim Goldberg, Artist/ Professor Emeritus California College of the Arts

Alec Soth, Photographer

Jewish Voice For Peace

Nina Felshin, Art Curator, Writer

Tai Shani, Artist

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Vite che per fortuna non sono la nostra

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Nel 2022 sono morte 289 persone “senza fissa dimora” [1]. Molti pensano che la principale causa sia il freddo, perché dormire all’aperto in inverno è estremamente duro. Ma, purtroppo, i senza dimora muoiono in tutte le stagioni e l’inverno è la stagione nella quale ne muoiono di meno, probabilmente proprio perché cittadini e istituzioni sono un poco più partecipi delle loro sofferenze. In estate sono morte 109 persone, 101 in autunno, 97 in primavera e 86 in inverno  [1]

La gran parte di loro (46%) è morta per eventi esterni e traumatici: incidenti di trasporto (15%), omicidi (9%), suicidi (8%), annegamento (6%), incendi (4%), cadute e altri eventi accidentali (4%). Il 37% per malattie (tumori, cirrosi, malattie infettive, malattie cardiovascolari ecc.), il restante per cause sconosciute, per ipotermia, per overdose [1].

Il 91% è maschio e il 60% è straniero [1]. Si potrebbe pensare che ciò avviene perché la maggioranza degli homeless è costituita da maschi (oltre l’85%) e stranieri (oltre il 60%), ma le cose sono più complesse [2]. Per esempio, gli stranieri senza dimora sono in media significativamente più giovani degli italiani e quindi ne dovrebbero morire di meno; inoltre, tra gli stranieri, la fascia d’età con il maggior numero di decessi è quella sotto i 29 anni, un’età nella quale la morte dovrebbe essere un evento raro [1].

Il 47% delle persone decedute viene trovata morta per strada, il 30% muore in edifici abbandonati o in baracche, il 12% in ospedale, il 9% in stazione, il 2% in strutture (dormitori ecc.) [1].

Agghiacciante è il paragone tra la popolazione italiana generale (maschile) e la popolazione dei senza fissa dimora (che in stragrande maggioranza è composta da maschi). Per quanto riguarda l’aspettativa di vita è rispettivamente di 80,1 anni e di 46,9 anni, il numero di suicidi è 8 volte maggiore nei senza dimora e la probabilità di essere uccisi è di 160 volte maggiore [1, 3].

Dormire e vivere per strada, in un dormitorio o in un edificio diroccato non è mai una scelta, come alcuni possono pensare. Anche una persona totalmente folle preferisce vivere in una casa e dormire in un comodo letto. Se talvolta può sembrare una scelta è una una scelta dolorosa per fuggire a convivenze traumatiche o a condizioni di vita insopportabili.

Sembra impossibile che all’interno dello stesso Paese, della stessa città vi siano persone che vivono condizioni così diverse: alcune come se si stesse ancora nel Medioevo e altre nel XXI secolo. E’ sconcertante che ciò venga accettato come un fatto normale, con rassegnazione e passività. E’ abominevole che una parte degli italiani invece di ringraziare la sorte che li ha fatti nascere tra i fortunati e di essere solleciti con i più poveri tra i poveri provi per loro fastidio, insofferenza, odio. Sentimenti che si concretizzano in norme quali il divieto di dormire in qualsiasi posto pubblico (marciapiedi, stazioni, portici, aiuole ecc) tranne le panchine dei quartieri periferici, in ordinanze quali quelle di vari comuni che vietano l’accattonaggio, in prassi illegali quali negare la residenza ai senza dimora impedendo con ciò l’esercizio di diritti fondamentali (per esempio quello alla salute, perché senza certificato di residenza non si può avere un medico di base) [4].

Questi provvedimenti non fanno scomparire i senza fissa dimora, ma servono solo a rendere la loro vita ancora più difficile e precaria. Bisogna invece prendere atto di questa realtà e mettere in campo politiche che intervengano sui diversi fattori che determinano queste situazioni. Non si tratta tanto di costruire nuovi dormitori (a Napoli vi sono circa 300 posti letto, quando si stima che i senza dimora sono oltre 1.000 [5]), ma di garantire il diritto alla casa (per esempio costruendo case popolari per le 600.000 persone che in Italia sono in lista di attesa [6]; aiutando i “morosi incolpevoli”; con interventi di housing first, cioè dare un piccolo appartamento che sia gestito direttamente dal senza dimora; introducendo una tassa sulle case non locate); abolire la norma che vieta l’affitto agli stranieri irregolari e, ancor più, regolarizzare gli stranieri irregolari e permettere canali di accesso legali; dare un sostegno al reddito a chi è in situazioni di povertà assoluta; potenziare i servizi sociali e il sistema sanitario nazionale (attualmente estremamente carenti di personale) affinché possano intervenire tempestivamente ed efficacemente sull’intera platea degli aventi bisogno (in particolare su malati di mente, tossicodipendenti, ludopatici, soggetti problematici, minori a rischio, ex carcerati); investire nel sistema educativo 1-6 anni (nidi, scuole dell’infanzia, promozione della lettura ad alta voce ai bambini) rivolgendolo prioritariamente ai figli dei poveri; combattere il lavoro nero, lo sfruttamento dei lavoratori e la precarietà lavorativa; risolvere l’affollamento delle carceri (oggi piene soprattutto di piccoli delinquenti e di persone, specie straniere, in attesa di giudizio) e rendere la detenzione un’occasione per apprendere un lavoro, elevare la propria istruzione e migliorare le competenze cognitive e affettive.

Tutto ciò può realizzarsi solo se i cittadini capiranno che non è con gli slogan e col cinismo che si risolvono i problemi, ma con una pluralità di interventi tesi al bene comune e in particolare a quello dei soggetti più deboli; solo se capiranno che è necessaria una lotta all’evasione e all’elusione fiscale e un aumento delle tasse a chi ha avuto la fortuna di essere ricco o benestante così da avere le risorse necessarie per assumere personale nel SSN, nei servizi sociali, nel sistema educativo 0-6 anni, nel recupero dei delinquenti, nonché per costruire case popolari, nidi, biblioteche di quartiere, centri sociali.

Nel frattempo possiamo sostenere le tante organizzazioni che si danno da fare per i senza fissa dimora (per esempio Il Camper, la Comunità di Sant’Egidio, la Caritas Diocesana, la Ronda del Cuore, la Fondazione Leone, la Cooperativa La Locomotiva, l’Associazione La Tenda).

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Fonte: Giardino di Marco 

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Note: 1) Fio.PSD: La strage invisibile, 2023; 2) Istat 2014; 3) Tra i senza fissa dimora l’8% dei morti è per omicidio, nella popolazione italiana è lo 0,05%, quindi 160 volte minore; 4)  Per quanto riguarda le norme ci riferiamo al decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14. Numerosi comuni (soprattutto quelli di destra, ma non solo) hanno emesso ordinanze contro l’accattonaggio (annullate dal TAR dopo il ricorso di associazioni o enti umanitari, perché illegittime) o non concedono la residenza ai senza dimora; 5) Dati tratti dal portale Napoli solidale; 6) Federcasa 2021.

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