Category Archives: cybercultura_internet

Firefox 4 è finalmente disponibile!

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di Giovanni Francesco Solone

Mozilla ha rilasciato la versione finale di Firefox 4, dopo 12 beta e 2 release candidate. Firefox 4 è il risultato di un complesso lavoro di sviluppo e risoluzione dei problemi che l’utenza ha segnalato nel corso di questi mesi, un browser nuovo, più veloce, più stabile, che intende mantenere le promesse fatte a fronte dei suggerimenti e delle necessità sempre più particolari, avanzate da chi il web lo vive per mestiere o per pura passione.

Tutto ciò che è stato fatto è riportato nelle note di versione (in inglese). Riassumiamo comunque qui di seguito le principali novità di questa release.

Interfaccia grafica rinnovata

Forti dei numerosi consigli della comunità, gli sviluppatori hanno reso l’aspetto grafico dell’interfaccia decisamente più minimale, lasciando lo spazio più ampio ai contenuti, adottando uno stile in linea con ciò che siamo abituati a vedere nei sistemi operativi di nuova generazione o nell’altrettanto apprezzato Google Chrome.

Un pulsante unico che integra le funzionalità principali, la raccolta delle schede in cima alla finestra e la possibilità di far sparire o comparire a nostra discrezione la “barra dei componenti aggiuntivi” nel caso in cui proprio non riuscissimo a fare a meno di una toolbar in fondo alla finestra!

Novità anche per la barra degli indirizzi intelligente: un unico pulsante permetterà di fermare o riavviare rapidamente il caricamento della pagina, così da risparmiare ancora più spazio. Sparisce inoltre la barra dei segnalibri che potrà ora essere richiamata tramite il pulsante rapido sulla barra dell’URL (anche in questo caso potrete farla mostrare a vostra discrezione).

Ritoccata anche la pagina dedicata ai componenti aggiuntivi, ora integrata all’interno di una scheda, insieme alle proposte di AMO, i temi di Personas e i plugin, tutto immediatamente accessibile tramite un semplice clic. Non sentirete più la necessità di aprire diversi siti web per personalizzare e plasmare il vostro browser.

Ultima novità –certo non per importanza– è la possibilità di bloccare determinati siti web e identificarli come “applicazione“. Un esempio pratico? Chi oggi non utilizza intensivamente GMail, Facebook o magari Twitter e simili? Sono vere e proprie applicazioni web che vengono spesse lasciate aperte tutto il giorno, tutti i giorni. Identificarle come applicazioni vi permetterà di farle riaprire per ciascuna nuova sessione di lavoro, anche non salvando le vostre schede alla chiusura del browser!

Panorama

Dapprima Tab Candy, diventato in seguito Panorama, pensato e realizzato da Aza Raskin e finalmente con un suo posto all’interno della release finale di Firefox 4. Presentato al pubblico circa un anno fa e inserito nelle prime versioni beta, Panorama permette una completa organizzazione delle schede secondo nostro piacimento, abitudine, comodità. L’unico limite è la vostra necessità di navigazione, organizzata in gruppi di schede che possono tornare utili per il vostro lavoro, il tempo libero o le ricerche, Panorama è uno dei punti di forza del nuovo Firefox 4.   (leggi tutto)

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Fonte: Mozilla Italia

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Internet è il male. Dichiarazione a sorpresa di Julian Assange

Dichiarazioni a sorpresa del founder di Wikileaks: la Rete rappresenterebbe una tecnologia ostile ai diritti umani e alla libertà d’espressione. Internet usata dai governi come una gigantesca macchina di sorveglianza.

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di Mauro Vecchio

“Internet non è una tecnologia che favorisce la libertà d’espressione. Non è una tecnologia che tutela i diritti umani. Piuttosto è una tecnologia che può essere sfruttata per mettere in piedi un regime totalitario basato sulla sorveglianza. Che non si era mai visto prima”. Parola di Julian Paul Assange, l’ormai arcinoto founder del sito delle soffiate Wikileaks. Dichiarazioni che hanno fatto rapidamente il giro del Web, in seguito ad una delle sue – ultimamente rare – apparizioni pubbliche alla britannica Cambridge University. Assange è stato decisamente cristallino: Internet rappresenterebbe un ostacolo alla libertà.

Internet ci offre in qualche modo la possibilità di essere informati a livelli senza precedenti, in particolare sulle attività dei vari governi – ha continuato Assange – ma è anche la più grande macchina di spionaggio che il mondo abbia mai visto”. Uno strumento usato dai governi del pianeta per controllare.

Il founder di Wikileaks ha portato degli esempi, primo fra tutti quello relativo ad un gruppo di dissidenti che avevano dato avvio ad una rivolta in Egitto. Vicenda risalente ad alcuni anni fa, scatenatasi grazie ad un social network come Facebook. Secondo Assange, lo stesso sito in blu era stato sfruttato dalla polizia locale per identificare, arrestare, torturare. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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Anonymous, alla porta c’è l’FBI

Quaranta mandati di perquisizione in terra statunitense. I federali sono alla caccia di altri membri del gruppo di cyberattivisti, che nel frattempo spedisce una minacciosa lettera aperta al governo di Londra

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di Mauro Vecchio

Più di quaranta mandati di perquisizione impugnati dagli agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) in varie città degli Stati Uniti. Un’indagine coordinata a livello internazionale, con la stretta collaborazione dei corpi di polizia olandesi, tedeschi, francesi. E con un unico e solo obiettivo: stanare decine e decine di giovani membri del gruppo di cyberattivisti Anonymous.

I federali a stelle e strisce si muoveranno insieme alla National Cyber-Forensics and Training Alliance (NCFTA), l’alleanza tra pubblico e privato per identificare e neutralizzare il cybercrimine. Al centro delle attenzioni dell’FBI c’è il tool noto come Low Orbit Ion Canon (LOIC), ampiamente sfruttato da Anonymous per coordinare gli attacchi di tipo DDoS contro i siti ufficiali di servizi come PayPal, Visa e Mastercard.

Il fuoco del dissenso aveva infatti investito queste aziende in seguito al blocco dei canali dedicati alle donazioni verso il sito delle soffiate Wikileaks. Un comunicato stampa dell’FBI ha ricordato come un attacco di tipo denial-of-service sia illegale, e come i sospettati potrebbero rischiare fino a 10 anni di carcere. Praticamente la stessa pena che attenderebbe al varco i cinque membri di Anonymous arrestati nel Regno Unito. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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