Category Archives: cybercultura_internet

The Pirate Bay una mano agli artisti emergenti

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di maribù duniverse

The Promo Bay è una piattaforma che i pirati della baia mettono a disposizione di artisti sconosciuti. E’ una opportunità che offrono per creare un contatto tra milioni di utenti e giovani musicisti, scrittori, registi, creatori di cartoons. Agli artisti sarà data la possibilità di essere visibili in 3 paesi del mondo. Si può leggere nella loro pagina:

Come avrete già visto, a volte sostituiamo il nostro logo con altri .  A volte lo facciamo per affrontare importanti tematiche politiche come la censura su Internet, a volte per mettere in evidenza artisti indipendenti che amiamo. Ora vogliamo migliorare proprio quest’ultima missione. Vi chiediamo di inviarci un’email e dirci ciò che avete e dove vorreste che fosse mostrato“.

Nella pagina si trova un form da compilare con i propi dati. Il servizio è totalmente  gratuito ma ci sono alcune regole fondamentali da rispettare: non saranno accettati materiali razzisti o che propagandano odio.

«Questo sito si occupa, e sempre si occuperà, di far scoprire le culture di tutto il mondo».

Naturalmente il materiale proposto deve poter essere condiviso secondo la filosofia di The Pirate Bay, condizione necessaria per poter partecipare:

The Promo Bay «non è stato creato per rendervi ricchi».

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Approfondimento

The Pirate Bay  (TPB)

Come accedere a The Pirate Bay dall’Italia

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Anonymous – Video “Operation Stratfor “ # Natale e Robin Hood #

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Il gruppo di hacktivisti Anonymous per questo Natale ha pensato di fare beneficenza. Ha deciso di devolvere del denaro ad un certo numero di organizzazioni no-profit: Croce Rossa Internazionale, CARE, Save the Children, …. Sembra che abbiano in programma di donare circa $ 1 milione ai più bisognosi. Ad oggi non si sa ancora quanto sia stato elargito. L’operazione è stata possibile forzando i server della Stratfor, una Società di intelligence statunitense (attualmente il sito è in manutenzione (!?) ). Alcuni dei clienti più importanti della Stratfor sono la Apple inc., USA Air Force, polizia di Miami. I dati delle carte di credito erano custoditi in chiaro Anonymous ha prelevato i dati di circa 4000 carte. Una piccola parte dell’elenco è stata resa pubblica sul web ma gli hacktivisti hanno comunicato di essere in possesso di circa 200 GB di dati.

Il direttore generale della Stratfor, George Friedman, ha detto che la società ha adottato misure opportune per affrontare l’incidente. Il vicedirettore Fred Burton ha invece dichiarato di aver informato le forze dell’ordine dell’intrusione. La Stratfor sta perdendo diversi clienti che imbarazzati stanno chiedendo il risarcimento alle organizzazioni no-profit.

Anonymous con un messaggio su Twitter, promette che l’attacco a  Natale alla Stratfor è stato solo l’inizio per un assalto ad una lunga lista di obiettivi.

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Messaggio del 24 dicembre 2011 di Anonymous alla Stratfor.

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USA: Wikileaks, Twitter e la privacy violata

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Wikileaks, artigli statunitensi su Twitter

di Claudio Tamburrino

Accesso (senza mandato) garantito alla autorità per tre account Twitter ritenuti legati a Wikileaks. Una decisione pericolosa per la privacy dei cittadini della Rete

Il Tribunale della Virginia ha emesso una sentenza che preoccupa gli osservatori e le associazioni di diritti civili: in base ad essa il Dipartimento di Giustizia (Department of Justice, DoJ) statunitense avrà accesso a tre account che secondo le autorità sarebbero legati a Wikileaks. Il giudice ha rifiutato altresì di riconoscere agli utenti anche il diritto di sapere se altre aziende ICT sono state obbligate come Twitter a dare accesso ai loro dati.

I tre account appartengono alla parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir, all’hacktivista Jacob Appelbaum e all’olandese Rop Gonggrijp. A loro supporto si erano schierati anche i gruppi che si occupano di diritti civili Electronic Frontier Foundation (EFF) e American Civil Liberties Union (ACLU)

La decisione conferma una sentenza emessa a marzo dallo stesso giudice federale della Virginia, in base alla quale il Dipartimento di Giustizia (DoJ) avrebbe potuto accedere agli account Twitter collegati direttamente a Wikileaks: l’obiettivo dell’ispezione era individuare i messaggi privati e gli indirizzi IP ad essi associati per cercare di dare un volto agli individui che, insieme a Julian Assange, hanno da ultimo imbarazzato Washington con la diffusione dei suoi cablogrammi diplomatici. (leggi tutto)

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Fonte: Punto Informatico

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