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“Anonymous contro la violenza e l’ingiustizia di stato: la sentenza Cucchi oltraggia la dignità umana!
Di fronte alla violenza di stato che colpisce alla cieca con le forze dell’ordine e umilia i familiari delle vittime innocenti in processi che non condannano nessuno come nel caso di Cucchi, Anonymous afferma:
La giustizia non è quella dei tribunali dei carnefici di stato, la vera giustizia è la vendetta degli oppressi!
Ci incarichiamo di dare una parziale espressione all’ira delle vittime inermi della violenza di stato, perciò, secondo i nostri metodi abbiamo violato per la seconda volta l’archivio del sito sap-nazionale.org (Sindacato Autonomo di Polizia); qua di seguito riportiamo quelle che di fatto rappresentano le garanzie minime del cittadino nei confronti dello stato, in qualsiasi stato moderno; garanzie che evidentemente in Italia ancora non esistono e che Anonymous non si stanca di rivendicare con tutte le sue forze:
Una legge contro la tortura da parte delle forze dell’ordine, che tuteli, al contrario di quanto avviene oggi, chi si trovi sotto la custodia degli agenti.
Una continua video sorveglianza nelle questure e nelle carceri al fine di garantire la tutela delle persone detenute o sotto la custodia degli agenti. E’ necessario ricordare che tale richiesta è posta anche a causa del gran numero di “suicidi” nelle carceri italiane, circostanza che testimonia le condizioni disumane di reclusione e lascia dubbi sulla effettiva condotta della polizia carceraria.
Leggi che permettano di espellere dalle forze dell’ordine e di punire adeguatamente chi tra gli agenti si sia macchiato di maltrattamenti, percosse o molestie contro persone in stato di fermo, arresto o comunque sotto custodia.
Che le forze dell’ordine scendano in piazza disarmate, come avviene ad esempio in Gran Bretagna; ciò rappresenta un incentivo affinché anche i manifestanti lo siano. Le imbottiture di cui sono dotate e uniformi che i tutori dell’ordine indossano durante le manifestazioni sono tali da poter assorbire i colpi portati con le sole mani evitando ogni danno per i membri della pubblica sicurezza. Perciò è giusto chiedere che durante le manifestazioni tutori dell’ordine disarmati svolgano funzione di pura interposizione senza mai reagire alle aggressioni, perché ciò può essere attuato garantendo l’incolumità delle forze dell’ordine. Chiediamo anche che gli agenti durante le manifestazioni siano considerati semplici cittadini e non pubblici ufficiali. E’ infatti sufficiente, che un qualunque manifestante risponda all’aggressione di un agente per incorrere nel reato di aggressione a pubblico ufficiale e ciò viola il diritto dei dimostranti al dissenso violento. Il fondamento del diritto citato sta nel Proclama di emancipazione degli schiavi che Abramo Lincoln scrisse nel 1863, lì si chiede agli schiavi liberati di astenersi da ogni violenza a meno che la propria incolumità non fosse direttamente minacciata. Da questo si deduce che il diritto alla protesta violenta è lecito se vi è una diretta minaccia alla integrità fisica degli esseri umani.
Vili fascisti in camicia blu della polizia, non solo avete massacrato Stefano Cucchi ma avete anche umiliato la sua famiglia con un processo farsa che ha lasciato tutti impuniti e oltre a ciò vi siete permessi di irridere Stefano e i suoi cari con le dichiarazioni del segretario del sindacato di polizia SAP Gianni Tonelli, che quì riportiamo “Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze” (leggi qui il comunicato integrale).
Siano maledette le forze dell’ordine vile sbirraglia serva dello stato e la magistratura che striscia bieca ai piedi dei potenti; non potete ingannarci con le vostre frasi di circostanza ormai è chiaro che quella che chiamate giustizia non è altro che il prolungamento della violenza squadristica degli uomini in divisa con altri mezzi.
Stefano Cucchi, dall’arresto alla morte.
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