Da: PeaceReporter
Per difendere la pace, la libertà, la democrazia in Afghanistan e la sicurezza internazionale come dicono i nostri politici?
Era partito per fare la guerra, per dare il suo aiuto alla sua
terra. Gli avevano dato le mostrine e le stelle e il consiglio di
vender cara la pelle. (…) Ora che è morto la patria si gloria d’un
altro eroe alla memoria. Ma lei che lo amava, aspettava il ritorno d’un
soldato vivo. D’un eroe morto che ne farà se accanto, nel letto, le è
rimasta la gloria d’una medaglia alla memoria.
(Fabrizio De André, La ballata dell’eroe)
L’Italia piange i suoi soldati morti a Kabul in un attentato della guerriglia talebana.
Peacereporter dedica loro, e alle loro famiglie, questi versi di Fabrizio De Andrè.
Per cosa sono morti?
Per difendere la pace, la libertà, la democrazia in Afghanistan e la sicurezza internazionale come dicono i nostri politici? No.
Non per la pace, perché i nostri soldati in Afghanistan stanno facendo la guerra.
Non per la libertà, perché i nostri soldati stanno occupando quel paese.
Non per la democrazia, perché i nostri soldati proteggono un governo-fantoccio che non ha nulla di democratico.
Non
per la sicurezza internazionale, perché i nostri soldati stanno
combattendo contro gli afgani, non contro il terrorismo islamico
internazionale: a questo, semmai, stanno fornendo un pretesto per
odiare e attaccare l’Occidente e anche il nostro paese.
E allora per cosa sono morti? (leggi tutto)