Via dall’Afghanistan! un saluto di pace – madu
Capi talebani pagati perché non attaccassero i nostri soldati. Lo ha scoperto la Cia. Lo denuncia oggi Times di Londra
I servizi segreti italiani pagavano mazzette ai talebani per
mantenere tranquille le zone attorno a Kabul dove, fino al luglio 2008,
operavano i soldati del nostro contingente, per evitare che gli insorti
attaccassero le nostre pattuglie. Tale pratica non venne comunicata ai
francesi quando questi subentrarono nella zona al posto degli italiani:
il risultato fu il tragico attacco talebano del 18 agosto 2008, costato
la vita a dieci soldati d’oltralpe. Lo ha denunciato oggi il Times di Londra,
specificando che i pagamenti italiani ai talebani sono stati scoperti
dalla Cia per mezzo di intercettazioni telefoniche che provavano il
ricorso a questo sistema anche nella zona di Herat.
Intercettazioni che nel giugno 2008 – scrive il Times – provocarono anche una protesta dell’ambasciatore statunitense a Roma, Ronald Spogli.
Sspetti già nel 2007 dopo il rapimento di due agenti del Sismi.
Proprio nella provincia di Herat, come ricorda anche il quotidiano
londinese, due agenti del Sismi erano stati rapiti nel settembre 2007
mentre stavano trattando con dei capi talebani.
Si trattava dei
capi talebani della valle di Zirkoh, nel distretto di Shindand, dove
gli italiani sovrintendevano alla costruzione di un ponte.
Allora era al governo Romano Prodi, e Arturo Parisi era ministro della Difesa. (leggi tutto)
Fonte: PeaceReporter