Biennale di Venezia – Teatro: Romeo Castellucci Leone d’oro alla carriera

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Il riconoscimento è stato proposto dal direttore  Àlex Rigola  e accolto dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta.

La cerimonia di consegna del Leone d’oro alla carriera avrà luogo venerdì 2 agosto (Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian nell’ambito del 42. Festival Internazionale del Teatro (1 > 11 agosto 2013).

In passato il riconoscimento per il Teatro era stato attribuito a Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouschkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011) e Luca Ronconi (2012) mentre quello per la Musica era stato attribuito a Goffredo Petrassi (1994), Luciano Berio (1995), Friedrich Cerha (2006), Giacomo Manzoni (2007), Helmut Lachenmann (2008), György Kurtág (2009), Wolfgang Rihm (2010), Peter Eötvös (2011) e Pierre Boulez (2012).

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Il Direttore Àlex Rigola stila un incisivo elenco delle motivazioni del Leone d’oro a Romeo Castellucci:

“Per la sua capacità di creare un nuovo linguaggio scenico in cui si mescolano il teatro, la musica e le arti plastiche. Per aver creato mondi in cui si arriva all’eccellenza della rappresentazione di stati onirici, che è forse la più bella affermazione che si può fare del fatto teatrale. Per aver fatto una rappresentazione scenica di una cosa impossibile da rappresentare come l’incubo. Per averci fatto dubitare, interrogandoci con scene apparentemente inoffensive, e poi farci scoprire che dietro ogni pelle di pecora c’è un lupo o cento lupi o mille. Per averci trasportato in mondi paralleli per poi riportarci indietro e rivedere i nostri stessi mondi e trovarli differenti. Per averci saputo elevare e rapire all’interno dei suoi racconti spesso dimenticando che eravamo seduti nella platea di un teatro. Per aver unito strettamente il suo nome alla parola Arte. Per aver fatto dell’Italia un riferimento internazionale attraverso la creazione e la rappresentazione delle sue opere alla fine del XX secolo e all’inizio del XXI. Per esser rimasto scenicamente vivo dopo tutti questi anni di lavoro, continuando con la stessa freschezza con cui ha iniziato 30 anni fa. E per essere stato una grande fonte di ispirazione per le generazioni successive a cui ha regalato un magma di nuovi linguaggi scenici”.

Più volte invitato con i suoi spettacoli al Festival del Teatro della Biennale di Venezia, Romeo Castellucci ne è stato anche direttore nel 2005, realizzando una edizione intitolata Pompei, il romanzo della cenere premiata con un Ubu del Teatro.
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Romeo Castellucci (Cesena – Italia, 1960)
Fondatore della Socìetas Raffaello Sanzio, la compagnia italiana in assoluto più rappresentata all’estero e contesa dai più importanti festival del mondo, Romeo Castellucci è autore di un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale. Le sue regie propongono linee drammatiche non soggette al primato della letteratura, facendo del teatro un’arte plastica, complessa, ricca di visioni. Questo ha sviluppato un linguaggio comprensibile in tutto il mondo, come possono esserlo la musica, la scultura, la pittura e l’architettura.
Romeo Castellucci si diploma in Scenografia e in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. A vent’anni compie le sue prime esperienze di regia teatrale; assieme a Claudia Castellucci e a Chiara Guidi fonda la Socìetas Raffaello Sanzio nel 1981. Nei primi anni ’80 condivide l’interesse per il teatro con la pittura, facendo anche alcune mostre. Da allora realizza numerosi spettacoli come autore, regista, e creatore delle scene, delle luci, dei suoni e dei costumi: Santa Sofia-Teatro Khmer (1986), La discesa di Inanna (1989), Gilgamesh (1990) e Iside e Osiride (1990). Segue il ciclo classico con Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco (1992) da Shakespeare, Orestea (una commedia organica?) (1995) da Eschilo, Giulio Cesare (1997) da Shakespeare. Dopo Genesi. From the museum of sleep (1999), il suo interesse si volge verso il teatro musicale: con il concerto per voci e strumenti sonori Voyage au bout de la nuit (1999) tratto da Céline e con Il Combattimento (2000) di Monteverdi e Scott Gibbons, presentato alla Biennale Teatro del 2000.
Nel 2002, Romeo Castellucci concepisce la Tragedia Endogonidia, un ciclo di dieci episodi che prevede una serie di “basi” corrispondenti ad altrettante città europee. Nello stesso anno è insignito del titolo di “Chevalier dans l’ordre des Arts et des Lettres” dal Ministero della Cultura della Repubblica Francese. Nel 2005 è direttore della 37. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, intitolato “Pompei. Il romanzo della Cenere”, caratterizzato da una ridefinizione del problema della rappresentazione, una riconsiderazione del ruolo dello spettatore e un’apertura verso le forme di teatro nascenti e opere non incluse nel quadro tradizionale del teatro. Nel 2007 è nominato “artiste associé”, insieme a Valérie Dréville, dalla Direzione artistica del Festival d’Avignon per la 62a edizione del Festival (2008). È in questo ambito che Castellucci ha presentato la trilogia Inferno, Purgatorio, Paradiso ispirata alla Divina Commedia di Dante.
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Fonte: labiennale
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Approfondimento (madu)
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