Milano: Veggie Pride 2009 – Resoconto

 

Veggie Pride Milano 2009 – Resoconto

 

 

 

Per le vittime del
mattatoio, della caccia e dell’allevamento, il 16 maggio 2009 a Milano
erano in settecento. Forse pochi rispetto alle aspettative, ma di fatto
tanti, se si pensa al coraggio che ci vuole per esprimere
pubblicamente, senza indorare la pillola, che uccidere i non umani non
è giusto.

Da piazza Missori,
dove quel giorno l’aria era afosa ma anche densa di emozioni, i
vegetariani e i vegani provenienti da Piemonte, Liguria, Veneto,
Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia,
Sardegna e dalle altre regioni (insieme ad alcuni partecipanti giunti
dalla Germania e persino dalla Svezia) si sono uniti agli attivisti
milanesi, in un corteo unanime che ha percorso le vie più importanti
del centro cittadino, dando voce alla viva solidarietà per gli animali
e alla risoluta protesta per la loro sofferenza attraverso messaggi
accorati, alcuni da far venire i brividi, che si stagliavano sui
numerosi cartelli e striscioni.

Già da via Larga, di cui una parte è stata chiusa al traffico, l’intento della manifestazione era comprensibile e diretto,
anche grazie ai costumi di chi è arrivato vestito da gallina o da
mucca, e sottolineato da chi ha scelto di vestirsi da macellaio, con il
grembiule imbrattato di sangue finto.

Senza alcuna reticenza è stata poi espressa la scelta di nutrire i propri figli senza uccidere animali: genitori e figli vegetariani si distinguevano tra la folla in uno spezzone colorato e vivace.

In
piazza San Babila il fiume di gente che solitamente la attraversa si è
dovuto confrontare con l’arrivo e la permanenza prolungata del corteo
che, dopo aver osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime,
si è sdraiato per terra, occupando il suolo per svariati minuti e
spiccando visibilmente nel costante brulicare di automobili e pedoni
tipico della zona.

Durante la sosta sono stati letti diversi brani: l’esperienza di una mucca dall’allevamento al macello, la storia della liberazione di alcuni astici
lasciati agonizzare sul ghiaccio in un supermercato, alcuni stralci di
una lettera di un lavoratore vegan ai suoi datori di lavoro. Due
attivisti, Serena e Matteo, hanno recitato un dialogo immaginario tra un vegetariano e un non vegetariano,
nel quale in opposizione alle solite obiezioni che colpiscono chi
rifiuta di mangiare esseri senzienti, la difesa degli animali e il
rifiuto della violenza verso le loro vite è stata ribadita e
sottolineata più volte e con decisione.(leggi tutto)