Fonte: PeaceReporter 21/06/2009
Lettera aperta di un’iraniana al suo popolo ed all’Occidente
Tutto e’ nero.Tutto ha perso il significato. Anche la lotta virtuale su
internet. Su Facebook vedi tutti gli utenti con la stessa foto con i
nomi cambiati. Non riconosci più gli amici.
Ti dicono di fare la stessa cosa. Ti dicono che gli studenti che in
Italia hanno partecipato alle manifestazioni al rientro in Iran sono
stati arrestati o si sono visti ritirare il passaporto. "Non tornare in
Iran", ti dicono e tu senti un vuoto nel cuore. Fino a poche settimane
fa ti sentivi soffocata perche’ avevi paura di dire quello che pensavi.
Oggi tremi nella prigione dell’angoscia di non poter piu’ tornare nel
tuo Iran. Pensi agli occhi della ragazza pochi secondi prima della sua
morte, li ha visti tutto il mondo. Sta morendo e le dicono "non aver
paura" e muore. Non so se ha avuto paura. Non avevo visto morire
nessuno. In lei ho visto morire il mio Paese. Nei suoi occhi che si
perdevano nel nulla ho visto morire l’umanità. Ebbene ti dici che non
hai niente da perdere. Tanto ormai abbiamo perso tutti. Siamo dei
grandi perdenti.
Abbiamo perso il nostro Iran. Ha perso la democrazia, cosi’ come hanno
perso i nuovi amici occidentali dell’Hitler iraniano. Anzi. Qua
dobbiamo parlare di tanti Hitler. Stringetevi la mano e fate un
brindisi con l’Occidente adesso che l’Iran non esiste piu’. Il nostro
grido soffocato verra’ forse ricordato dalla storia.
Il nemico e’
nostrano. Segue le orme d’Israele. Le folle disperate degli iraniani
intorno ai cadaveri morti mi ricordano i palestinesi. Quasi la stessa
disperazione, ma la stessa identica angoscia, perche’ l’Iran e’ ormai
occupato.
Noi abbiamo votato, loro ci hanno ucciso e l’Occidente
ha taciuto. Voi fate brindisi alla vostra vittoria. Noi piangeremo la
nostra rovina. (leggi tutto)