Tag Archives: siria

Mobilitiamoci a favore del Gruppo “Bambini in fuga”

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Bambini e guerra

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Il  gruppo “Missione bambini in fuga dal Mediterraneo”: https://www.facebook.com/groups/bambininfugadalmediterraneo/ nasce dalle attività che ” La Scuola Di Pace” compie fin dalla sua fondazione a difesa dei diritti dei bambini, in Italia e ovunque vengono negati questi diritti.


Negli ultimi 2 anni ci siamo impegnati in particolare per portare un aiuto ai bambini della Siria, con il progetto Con tutto il cuore con i bambini della Siria, sia recandoci in Turchia, Libano e Siria, sia sostenendo le scuole con donazioni in denaro e invio di materiale didattico.
Adesso gli stessi bambini che abbiamo incontrato nei territori, dove si soffre la guerra e tutte le sue conseguenze, stanno sbarcando in Italia sempre più numerosi.
A inizio Maggio ci siamo recati a Milano, presso il centro accoglienza più grande di via Aldini, e abbiamo portato un abbraccio di gioia, insieme ai clown umanitari che sono accorsi con noi, per regalargli un sorriso in questo momento così difficile per loro.
Adesso vogliamo compiere il viaggio all’inverso, verso i luoghi dove sbarcano con quei maledetti barconi che spesso portano morte, quando vorrebbero invece essere viaggi di speranza. Ma poi l’avventura non finisce li perché se i bambini sono con le famiglie il viaggio continua a nord, in genere verso la Germania e la Svezia, con non poche difficoltà. Se invece i bambini non hanno accompagnatori allora comincia per loro la trafila dell’accoglienza (e forse dell’affido) in strutture che quasi mai sono idonee alle loro esigenze.
Formeremo quindi una CAROVANA di ALLEGRI VOLONTARI guidata dal nostro coloratissimo JOYBUS, per portare gioia ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica e trovare tutti insieme soluzioni positive.
Nella prima scadenza dell’evento, ovvero l’8 Giugno, vogliamo intanto raccogliere fondi per la Missione e la disponibilità di clown, artisti e animatori a far parte della CAROVANA DELLA GIOIA verso la Sicilia, verso i BAMBINI IN FUGA.

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Per le donazioni il nostro IBAN è IT26P0538703224000000159612 (La Scuola di Pace). Per Paypal è la mail: scuolapace@gmail.com oppure dalla pagina www.lascuoladipace.org/donazioni (per inviare donazioni in altro modo contattateci direttamente). Per i volontari si può scrivere sulla pagina evento oppure inviare una mail a: lascuoladipace@gmail.com.
Grazie e contiamo sull’aiuto di tutti!

La Scuola di Pace
www.lascuoladipace.org
tel.: 3884481174

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Fonte: Facebook

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Siria, “l’attacco con armi chimiche non fu opera di Assad”. Chi ha mentito chieda scusa

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18 gennaio 2014

di Giulietto Chiesa

Adesso sappiamo, oltre ogni dubbio (ce lo conferma il Massachusetts Institute of Technology), che la Cia ha mentito e che il bombardamento di armi chimiche sulla periferia di Damasco,  il 21 agosto 2013, fu compiuto dai mercenari che combattono contro Bashar al-Assad. Ci furono oltre mille morti, dissero. Mentivano, ma è il loro mestiere. Non è stato un errore.

Per settimane tutti i giornali e tutti i telegiornali italiani dissero, nei titoli, nei testi, nei commenti, come se fosse ovvio, che “il dittatore sanguinario Assad” gasava, massacrava i propri cittadini. Verifiche? Nessuna. Bastava copiare quello che diceva Obama.

Adesso dovrebbero essere obbligati a smentire, ma non smentiscono. Dovrebbero licenziare i giornalisti bugiardi e incompetenti (unico licenziamento che noi saremmo disposti ad applaudire). Ma non licenziano. I direttori di quei giornali e telegiornali dovrebbero apparire in video, o in prima pagina, scusandosi per i propri “errori” e orrori. Ma fanno finta di non ricordarsi niente.

Eppure non fu cosa da poco. Arrivammo a un passo dal bombardamento di Damasco da parte delle forze americane e della Nato, per punire il “gasatore”. Loro tacciono, ma noi tiriamo le somme.
Stiamo tutti molto attenti: una masnada di delinquenti (o di irresponsabili) ha in mano i principali canali di informazione dell’Occidente. Adesso abbiamo la prova che avremmo potuto essere trascinati in guerra da costoro.

E sappiamo anche che è già avvenuto ripetutamente. Sono armati. Bisogna togliere loro le armi della menzogna di cui dispongono.

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Fonte: MEGAchip

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Approfondimento (madu)

MIT smentisce USA sull’attacco chimico in Siria

Siria. Fonti militari Usa in un rapporto segreto: anche i ribelli hanno le armi chimiche

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“L’informazione è potere. L’informazione deve essere libera!”  (madu)

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Nel 2013 morti sul lavoro 70 giornalisti

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Settanta giornalisti uccisi nel 2013

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Nel 2013 la Siria è stato il posto più pericoloso al mondo per i giornalisti, mentre in Iraq e in Egitto la situazione per i giornalisti è peggiorata notevolmente. Nel 2013 due terzi dei giornalisti morti mentre svolgevano il loro lavoro si trovavano in Medio Oriente, lo denuncia il Commitee to protect journalists, un’organizzazione con sede a New York che si occupa di monitorare la libertà di stampa nel mondo.

Nel 2012 i giornalisti morti sul lavoro erano stati 74, quindi il numero di giornalisti uccisi quest’anno è inferiore a quelli dell’anno precedente, ma il Cpj si sta occupando della morte sospetta di altri 25 giornalisti per cercare di capire se è collegata al loro lavoro.

Pakistan, Somalia, India, Brasile, Filippine, Mali e Russia sono i paesi più pericolosi per la stampa nel 2013, anche se in Pakistan e Somalia sono diminuiti gli omicidi di giornalisti. Anche in Messico, che è un paese molto pericoloso per la stampa, la situazione è migliorata e quest’anno nessun giornalista è morto sul campo.

Il 44 per cento delle vittime è stata assassinata. Il 35 per cento dei giornalisti è morto durante un combattimento o uno scontro a fuoco.

Il fronte siriano. In Siria nel 2013 sono morti 29 giornalisti, da quando è cominciata la guerra i giornalisti morti nel paese sono 63. Anche il numero di giornalisti rapiti nel paese è stato molto alto quest’anno: nel 2013 in Siria sono stati rapiti 60 reporter. Trenta sono ancora nelle mani dei rapitori e di molti di loro non si hanno notizie. La maggior parte dei giornalisti rapiti sono nelle mani di gruppi di ribelli, ma almeno un giornalista è morto mentre era in prigione a Damasco. “Abdul Raheem Kour Hassan, il direttore della radio d’opposizione Watan FM, è stato arrestato a gennaio e le autorità hanno informato la sua famiglia della sua morte solo ad aprile, senza dare nessun dettaglio. Si teme che sia stato torturato e ucciso dall’intelligence siriana in un carcere di Damasco”, spiega il rapporto di Cpj.

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Fonte: Internazionale

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